Non dimenticherò mai la mia ultima notte da esploratrice. Tutti riuniti attorno a quel fuoco che ormai da decenni è portatore e custode di attimi, paure e desideri di migliaia e migliaia di ragazzi come me, come te, come tutti.

La giornata era stata davvero intensa. La mattinata era trascorsa nel prendere la legna e il cibo per la trappeur e il pomeriggio libero. C’era chi si riposava dopo la stanchezza di 10 giorni, chi si sgranchiva le gambe con una partita di pallone e chi incessantemente preparava l’impasto per la sera. Ebbene sì la sera non abbiamo mangiato leggero, bensì pizza margherita al forno e come dessert pizza con la Nutella. Sarà stata la fame o la compagnia, ma una pizza così buona forse non l’ho mai mangiata. Il sapore classico, questo sì, ma ad ogni morso si riaffacciava un ricordo del campo: un abbraccio, un bacio, una risata e perché no anche una litigata.

Il fuoco era stato per questo il momento tanto atteso della giornata in cui non dovevamo stancarci, ma solo pensare. Vi posso assicurare che pensare, prendersi un momento e fissare nella memoria i momenti trascorsi è ciò che serviva dopo 10 giorni di emozioni a mille.
E così che tra le parole del Capo Reparto e lo sguardo fisso a quella fiamma la nostalgia iniziava a spuntare e con essa la paura di una nuova avventura.

La fierezza ci ha lasciato e le prime lacrime hanno solcato i visi dei primi e man mano, tra un canto e l’altro, le parole iniziavano a mancare e il pianto si faceva più fitto. I più forti hanno lasciato cadere la loro maschera e con un po’ di imbarazzo hanno mostrato la loro fragilità. Tutti.

Chi passava e lasciava quell’avventura per iniziarne un’altra, chi invece sarebbe rimasto e in quell’istante i  più anzianotti si sono legati in un sentimento che porteranno sempre nel cuore, e se non sarà per loro un pensiero costante sarà sicuramente un ricordo indelebile.

Quella notte la ricorderò così, mi porterò con me nella mia valigia questo momento tanto magico e speciale. Non siamo stati i primi e non saremo gli ultimi a reagire con tali emozioni e questo è ancor più bello: poter parlare con altri più grandi o più piccoli e raccontare la propria esperienza con la certezza di essere compresa perché quel momento accomuna tutti.

Ed è così che un’esperienza, la mia, quella dei miei amici, è finita, ma come mi ha detto qualcuno “il cambiamento è natura dell’uomo, e non si deve aver paura di esso”, anzi bisogna accettarlo e viverlo nel migliore dei modi.

 

Gabriella Mignano