La mia esperienza al Jamboree

Cercando di ricordare il mio Jamboree in Giappone nel 2015, riesco ad immaginare nella mia mente una lunga treccia la cui fine sembra molto lontana dal mio campo visivo.

Questa treccia credo sia il simbolo che può rappresentare a pieno la mia esperienza, perché, per me Kirara Beach nella prefettura di Yamaguchi ha rappresentato la possibilità di intrecciare tutte le culture del mondo in un unico disegno armonico.

Ciò è sintetizzato nella parola giapponese “Wa” scelta come motto di questo campo che significa appunto unità ed armonia. È stato proprio grazie al “Wa” che 35000 ragazzi provenienti da tutto il mondo hanno potuto vivere un’esperienza unica senza pregiudizi o barriere e con la voglia di conoscere e di crescere insieme.

Passando in rassegna i miei ricordi mi balenano nella mente come fulmini la visita al museo della pace di Hiroshima e la cerimonia dei Faith and Beliefs. Entrambi gli eventi, infatti, mi hanno segnato in modi diversi. Il primo ha scosso la mia visione della guerra mostrandomi come gli orrori degli eventi passati possano avere un forte impatto sul presente che viviamo noi oggi. Invece il secondo ha messo in mostra su un palco tutte le religioni del mondo senza distinzione o fraintendimenti che sarebbero potuti nascere a causa degli episodi di paura e terrorismo, che proprio in quell’anno avevano lasciato il mondo nel timore dello straniero, del “diverso”. Ciò dunque ha rappresentato l’apice dell’armonia che aveva governato il Jamboree. Era tutto permeato da un sentimento di fratellanza tra ragazzi portatori di una nuova speranza.

Un altro sentimento che si respirava nel campo era un forte senso di uguaglianza nonostante i diversi paesi di provenienza; condividevamo tutti le stesse paure, la nostalgia di casa, l’orgoglio di rappresentare la propria nazione e la volontà di sfruttare al meglio questa opportunità di crescita.

Un evento del genere non sarebbe mai potuto avvenire senza lo scoutismo, che porta in tutto il mondo, il suo messaggio di collaborazione fraterna, ed i legami che si sono creati al campo sono stati molteplici. Grazie ai social network e a Internet, infatti, siamo riusciti a mantenerci in contatto senza alcuna difficoltà riuscendo anche a ritrovarci ad eventi di comunicazione telematica mondiale scout. Vedere poi come stesso nel nostro gruppo d’italiani siamo cresciuti insieme è stato straordinario. Siamo partiti con questo percorso di avvicinamento al Jamboree come tanti piccoli gruppetti provenienti da tutta la penisola e poi a conclusione del campo eravamo legati da una connessione indissolubile. Queste sono chiaramente amicizie che dureranno per sempre perché sono state create da un evento così unico.

In questo contesto i disagi come il caldo intollerabile ed i ritmi serrati hanno lasciato pieno spazio ai ricordi ed alle belle esperienze condivise.

Un’immagine bellissima che porterò sempre con me è legata all’ultima giornata di campo. Ricordo infatti che per tutti i precedenti dodici giorni il cielo era sempre stato terso come se volesse invitare il sole ad assistere ad una così grande manifestazione di solidarietà. Mentre nell’ultimo giorno il campo è stato coperto da molte nuvole ed ho pensato che stavolta il Jamboree avesse voluto conservare in quel luogo tutte le miliardi di emozioni e di storie che hanno investito noi ragazzi. Poi tutte queste esperienze sono tornate nelle proprie case in chissà quale angolo del mondo per poter essere raccontate come feci io appena atterrato a Roma con la mia famiglia. Fu infatti per me difficile lasciare il Jamboree perché ero consapevole che era stata un’avventura senza paragoni e che lì era rimasta parte di me insieme alle risate ed ai sorrisi di chi ho incontrato durante la mia esperienza.

Quest’esperienza dunque è stata per me estremamente significativa ed anche dopo due anni i ricordi ad essa legati mi rendono consapevole di come io sia maturato. Ciò che ho finalmente appreso grazie allo scoutismo è che il mondo in cui viviamo può esistere in un contesto di pace e serenità e spero vivamente che tramite eventi come il Jamboree questo messaggio possa diventare universale.