Roverway: Ricordi di emozioni, ricordi di sensazioni, ricordi di esperienze  e di momenti, di un’avventura che ha lasciato il  marchio nella nostra  memoria.

Il Roverway è un evento internazionale a cui partecipano i Rover delle principali associazioni scout europee ed alcuni ospiti internazionali, un mix di culture che si intrecciano creando storie, avventure, amicizie ed esperienze che ci si porterà dietro per tutta una vita. Ma qual è il vero senso di questo incontro?
Confrontarsi, conoscere e vivere la natura, svolgere servizio e sperimentare la partecipazione attiva da veri cittadini, in un percorso di crescita personale. Ma soprattutto ragionare sulla propria appartenenza europea, da giovani ragazzi  impegnati per migliorare la realtà che li circonda.
Purtroppo lo scenario europeo di oggi non è  tutto rosa e fiori.  Il Roverway punta a riscoprire  quei principi fondamentali  che  resero l’europa un armonico intreccio di popoli e culture diverse.
Un’Europa nata per esaltare le differenze come ricchezze per evitare guerre e  divisioni.
Noi Rover, in questo contesto, vogliamo vivere il nostro tempo ed essere partecipi del destino comune.
Vogliamo creare un futuro migliore, agendo attivamente perché non resti chiuso nel ricordo di
un’esperienza lontana, ma che abbia degli effetti nella vita di tutti i giorni, nelle associazioni scout, nel
territorio, nel mondo.
I temi  trattati durante i dieci giorni di campo sono stati vari, tra cui ricordiamo:
-Impegno:
Il Roverway è stata un’occasione per condividere azioni e impegno. Grazie ai partner locali, nella prima
parte dell’evento, noi ragazzi abbiamo vissuto esperienze di servizio che ci hanno permesso il contatto con
le comunità locali.  Il servizio ci ha aiutato a riflettere individualmente e come gruppo sui motivi che ci avevano spinti a metterci in gioco e sulle maggiori sfide della società di oggi.


-Co- costruzione:
Noi Rover non siamo stati solo partecipanti, ma principali fautori e protagonisti in un processo di
co-costruzione.  Abbiamo partecipato al processo decisionale, lavorando a stretto contatto con gli altri e
scoprendo la ricchezza delle diversità.
-Cittadinanza europea
La parola cittadinanza, in senso del tutto generale è l’insieme dei valori che concorrono a formare il buon
cittadino, l’insieme di diritti e di doveri da dovere e potere esercitare in libertà. Il concetto di cittadinanza
europea vi si lega strettamente. Il cittadino non vede più le frontiere fra gli stati, ed è consapevole di
abitare in un’unica comunità, basata sull’apertura e sull’accoglienza, sulla capacità di lavorare in se stessi
per arrivare ad un dialogo con gli altri che sia frutto di arricchimento reciproco.


La nostra avventura:
Noi due, Fabio e Giulia, siamo partiti senza aver ancora compreso a pieno in cosa ci eravamo avventurati.
Eravamo consapevoli che non ci saremmo potuti supportare nei nostri percorsi, che per quanto belli, sono
stati vissuti in maniere completamente differenti.
Per me, Fabio, il viaggio è iniziato direttamente a Strasburgo quando ho incontrato per la prima volta la mia patrol di formazione,  un esperienza incredibile soprattutto perché era la prima volta che il CNGEI e l’AGESCI sperimentavano una collaborazione del genere in eventi internazionali. Abbiamo proseguito il nostro percorso alla volta dei monti Juras, dove abbiamo intrapreso un percorso alla volta della conoscenza  naturale di questa catena montuosa e di servizio alla comunità agro/pastorale della zona.
Io Giulia, invece,  ho conosciuto la mia patrol a Roma, al primo campetto di formazione. C’è stata subito una grande sintonia, tanto che non mi è sembrato di dovermi presentare a perfetti sconosciuti, ma di
riabbracciare amici di vecchia data. Il secondo campetto di avvicinamento è stato ancora più emozionante,
perché vi ha partecipato l’intero contingente italiano e i responsabili ci hanno iniziato a spiegare e
introdurre le tematiche principali, rapportandole anche alla realtà italiana. Ed alla fine sono arrivata in
Francia, a Rennes, dove, travolta da mille culture e lingue diverse, ho potuto scambiare opinioni ed
emozioni con ragazzi che come me desideravano e desiderano cambiare le cose.

Passati i giorni di route mobile, siamo arrivati a Jambville (il campo centrale), dove ci aspettavano altri 5000 Rover, qui abbiamo trascorso  delle giornate piene di attività e dei workshop delle più disparate specie. Sarebbe impossibile riportare in breve tutto quello che abbiamo fatto, ma vi parleremo delle attività  più significative.
Immagina di essere bendato, di non conoscere la lingua che senti parlare intorno a te, di essere portato di
forza da una parte all’altra di un paese cercando di arrivare nel posto che più sogni di raggiungere, il tutto
senza denaro e aiuti vari. Lo abbiamo simulato sulla nostra pelle immedesimandoci in quello che centinaia
di immigrati e rifugiati subiscono ogni giorno nella speranza di trovare pace nelle loro vite.
E’ stato un workshop che ci ha fatto pensare e ragionare su quella che non è la nostra vita, e che di vita ha
oramai ben poco portandoci a porci delle domande, tra le quali: “E’ davvero normale tutto questo?”
Poi abbiamo imparato che un buon leader segue il proprio gruppo, lo guida e lo protegge dalla coda della
fila, e non detta ordini dall’altro. Un buon leader sa delegare, si sa fidare e tenere contemporaneamente
sotto controllo ogni minimo particolare, senza far sentire la prioria pressione sugli altri.
Il roverway è certamente stata un’esperienza indimenticabile, fatta di immagini e messaggi straordinari.
Centinaia di ragazzi di nazionalità diverse che ridono, giocano e cantano. E ben presto anche io sono una di
loro, stringendo la mano di uno straniero, di un amico sconosciuto.

Passo dopo passo i legami si sono stretti sempre più, condividendo le nostre culture, capendo e
apprezzando delle differenze così simili, riunite nella forza dello scoutismo. Un esempio di un Europa unica, di giovani che nel presente credono e sono coesi per costruire un futuro senza frontiere. Per rendere gli abitanti della terra cittadini dello stesso mondo.
5000 ragazzi stretti in un unico abbraccio di fratellanza, intonando Imagine in un inno di speranza, di voglia di cambiamento, di vita.